Progetto Educativo Didattico Via Giordano

 

PROCESSO DI APPRENDIMENTO:PARTECIPARE

Il compito della scuola dell’infanzia “consiste nell’educare ad essere autonomi, capaci di iniziativa, in grado di esprimere una relazione sempre più matura nei confronti della realtà, di collaborare con gli altri, di rispettarli e di amarli” (Orientamenti provinciali, 1995).

 Anno Scolastico 2019/2020

 

LA SCUOLA PROMUOVE APPRENDIMENTO NELL’INTERAZIONE CON GLI ALTRI

 È ormai da qualche anno che le scuole dell’infanzia della Federazione Scuole Materne orientano la propria progettazione educativa facendo riferimento ai processi di apprendimento e non al raggiungimento di un obiettivo o di un prodotto.

Il focalizzarsi sul processo permette di puntare lo sguardo sull’evoluzione dell’apprendimento stesso. Apprendimento che non è esito della trasmissione di informazioni ma un processo attivo di co-costruzione delle conoscenze e competenze piuttosto che un processo di acquisizione del sapere. I bambini, già con un loro bagaglio conoscitivo personale, partecipano ad esperienze significative attivandosi in contesti sociali. Contesti che favoriscono lo scambio interpersonale e l’interazione tra i soggetti e l’adulto e tra i soggetti stessi. La costruzione della conoscenza avviene quindi all’ interno del contesto socio-culturale in cui il bambino agisce (approccio socio-costruttivista, Vygotskij).

Il bambino spinto dai propri interessi e situato in uno specifico contesto educativo apprende attraverso un processo di elaborazione, integrazione e negoziazione di informazioni e significati offerti dal confronto con gli altri.

Il gruppo è impegnato in attività pensate e progettate dall’insegnante che ha un ruolo fondamentale nel supportare (scaffolding) l’apprendimento attraverso strategie comunicative che favoriscono l’interazione e la partecipazione ad agire verso uno scopo comune. Il pedagogista americano Wenger parla a questo proposito di comunità di pratica definita come “gruppi di persone che hanno in comune un interesse o una passione per qualcosa e che in base a questo interesse interagiscono con una certa regolarità per migliorare il loro modo di agire” (Wenger, 2000). Il gruppo prevede che al suo interno ci siano vissuti, competenze e livelli di conoscenza non paritari (novizi ed esperti) che vanno a costituirsi come arricchimento per tutti i partecipanti.

In particolare il processo di apprendimento della partecipazione viene inteso come il prendere parte ad un evento interazionale o ad un’attività congiunta attivando ruoli, livelli e strategie differenziate sempre più evolute.

L’eterogeneità dei bambini presenti a scuola ci fa pensare che il creare contesti partecipativi significativi permetta un’ampia e maggiore accessibilità a tutti, favorendo così l’inclusione. Va considerato infatti che, all’interno del gruppo, si verificano tipologie e posizioni diverse di partecipazione (centrale e periferica legittimata); non consideriamo che partecipino solo i bambini che stanno al centro dell’interazione ma riteniamo fondamentali le posizioni partecipative periferiche e cioè i bambini che sono più alla periferia dell’attività, che studiano la situazione, che la osservano e che ci entrano più gradualmente.

“Valorizzando la diversità, ogni bambino sarà accolto con la propria funzionalità, intelligenza ed affettività e sarà sostenuto nella partecipazione alla vita della comunità scolastica secondo modi e forme, anche differenziate, che consentano al singolo di sentirsi a proprio agio dentro il gruppo”. (Orientamenti provinciali, 1995)

Queste considerazioni ci hanno fatto riflettere e portato ad individuare la partecipazione come processo di apprendimento al quale rivolgersi per quest’anno.

La realtà prevede che a Villazzano coesistano due sedi che fanno parte di un’unica scuola e che accolgono i bambini dello stesso paese. Per questo si riconosce l’importanza di condividere linee educative all’interno dello stesso progetto educativo annuale e promuovere occasioni di incontro e opportunità di scambio, favorendo il senso di appartenenza alla comunità.

Come si fa a capire se il processo di apprendimento è in evoluzione, se i bambini si stanno attivando nell’elaborare competenze  e conoscenze ? In merito le insegnanti individuano alcuni indicatori, cioè comportamenti osservabili verbali o agiti che la aiutano a valutare se l’apprendimento è avvenuto o sta avvenendo.

Allo stesso tempo gli indicatori assumono una funzione pilota nella progettazione delle attività e nella documentazione.

 

INDICATORI INDIVIDUATI
 Discorsivi
  • I bambini chiedono agli altri bambini spiegazioni rispetto ad un’attività
  • I bambini chiedono agli adulti spiegazioni rispetto ad un’attività
  • I bambini richiedono contributi specifici a un determinato contenuto
  • I bambini propongono al gruppo la propria idea
  • I bambini argomentano la loro opinione
  • I bambini esprimono il loro accordo
  • I bambini esprimono il loro disaccordo
  • I bambini motivano il loro accordo
  • I bambini motivano il loro disaccordo
  • L’insegnante non è più l’unico (o principale) referente del discorso
  • I bambini riconoscono le proprie competenze
  • I bambini riconoscono le competenze degli altri
  • Il gruppo esplicita la ridistribuzione dei compiti in seguito all’ingresso del bambino “novizio”
Di azione
  • I bambini agiscono su una stessa attività
  • I bambini si orientano verso la stessa attività
  • I bambini mostrano come si fa
  • I bambini portano da casa degli artefatti legati all’esperienza
  • I bambini si distribuiscono i compiti in base alle competenze
  • I bambini “novizi” entrano nell’attività di un gruppo già organizzato
  • L’insegnante non è più l’unico (o principale) referente nella gestione dell’attività o del gioco

 

CONTESTI OPERATIVI E ASPETTI METODOLOGICI

 Per sostenere il processo della partecipazione si progettano dei contesti pensati e predisposti dove i bambini possano essere dei protagonisti all’interno dei quali possano ascoltare, essere ascoltati e valorizzati in un tempo a loro dedicato.

Le esperienze di apprendimento progettate per sostenere la partecipazione dei bambini permettono di costruire una sorta di “ponte” tra quello che i bambini sanno e quello che stanno per imparare, fornendo un valido supporto ai loro sforzi e aiutandoli a superare le difficoltà.

Sarà privilegiato il lavoro in piccolo gruppo come metodologia già sperimentata all’interno della scuola che permetterà ai bambini di prendere parte ad un’interazione in cui i ruoli, i livelli e le strategie siano differenziati. In questo modo i bambini avranno la possibilità di scegliere se partecipare in modo centrale o periferico.

L’insegnante organizzerà e progetterà contesti e situazioni inclusive che permetteranno a tutti i bambini di partecipare.

“I bambini come peraltro ogni essere umano, non sono individui monolitici e, soprattutto, non lo sono le loro intelligenze, le loro abilità, le loro competenze. La teoria delle intelligenze multiple concepisce l’intelligenza come una combinazione di potenzialità e abilità che, partendo da una innegabile base biologica, possono evolvere e trasformarsi in diversi modi attraverso esperienze rilevanti e significative.” (Gardner)

 

PISTE DI LAVORO

Per quest’anno scolastico prevediamo di fare delle esperienze dove le due scuole di via Giordano e di salita Molini possano incontrarsi per conoscersi, condividere e partecipare ad attività, a contesti legati al territorio.

All’interno di ogni realtà scolastica favoriremo esperienze di tipo laboratoriale, ma non solo, dove i bambini saranno chiamati a sperimentare ed esplorare coinvolgendoli nella loro globalità.

Grazie anche alle conoscenze acquisite nel percorso formativo dei due anni precedenti possiamo affermare che l’apprendimento avviene sia negli spazi interni che esterni alla scuola.

Sarà quindi nostra attenzione prevedere e promuovere esperienze a contatto con la natura nell’ambiente esterno alla scuola e presenti sul territorio, considerati spazi decentrati, spazi all’aperto con i loro elementi da conoscere e manipolare dove i bambini con i materiali raccolti potranno fare esperienza ed essere motivo di elaborazione dentro e fuori la scuola. Riteniamo sia importante considerare lo spazio esterno non solo come zona ricreativa o alternativa al chiuso ma come luogo di apprendimento che favorisce esperienze sensoriali, motorie, scientifiche, relazionali e progettuali.

“Lo spazio esterno ha caratteristiche particolari: è lo spazio dei grandi ritrovi e dei piccoli rifugi; della libertà e del limite, del fare gruppo con tanti e dell’incontro isolato con l’amico preferito. È un luogo di esperienza, di incontri, di ricerca e di creazione, dentro le proposte e con le attrezzature” (tratto dal libro del Servizio Scuola dell’Infanzia “A cielo aperto”).

Attraverso il contatto e l’esperienza con la natura i bambini useranno sicuramente tutto ciò che posseggono: il corpo, le mani, la testa, il pensiero, le parole, per partecipare ad esperienze che possano suscitare emozioni che, partendo dalla sfera sensoriale, vadano a toccare tutti gli aspetti relazionali ed affettivi del bambino.

La dott.ssa Malavasi, durante gli incontri formativi, ci ha sollecitate molto dal punto di vista degli apprendimenti. I bambini diventano protagonisti in un contesto di spazio esterno, non si esce in giardino solo per suscitare delle emozioni o promuovere aspetti relazionali ma si esce con un pensiero ed un’intenzionalità educativa che permette al bambino di fare esperienze significative.

Nella scuola si gioca, si esplora, si discute, si apprende in ogni contesto: dentro (sezione, sala da pranzo,…) e fuori (giardino e orto). Il fuori inteso non come intervallo dell’esperienza educativa ma parte integrante; ciò che si apprende all’interno si può apprendere anche all’esterno, spesso in modo più interessante perché vivo e reale.

“…dicendo di stare in natura il più possibile mi sembra un bel modo per dire di vivere l’esterno non in modo occasionale ma in modo quotidiano”. (L. Malavasi).

Per questo in giardino si esce quotidianamente con un abbigliamento adeguato alla stagione e al tempo. Ai genitori è stato richiesto di portare per il proprio bambino un paio di stivaletti di gomma.

In salita Molini i bambini hanno la possibilità sperimentare l’esperienza dell’orto sinergico seguendo anche il progetto finanziato in parte dalla Provincia per l’acquisto di alcune strumentazioni necessarie (guanti per bambini, carriole, rastrelli, semi, strapianti …)

In via Giordano i bambini si occuperanno di fare esperienze con l’orto e con il giardino utilizzando i grandi vasconi esterni piantando verdure, piante aromatiche, fiori, ecc…

Prosegue come tradizione e già da alcuni anni la realizzazione del mandala fiorito presso il Parco Don Onorio Spada che vede impegnati i bambini più grandi nella sua realizzazione in più momenti dell’anno. Questo progetto viene fatto con la collaborazione dei giardinieri del Comune di Trento.

Faremo in modo che i bambini attraverso le esperienze e la relazione con gli elementi della natura, legate alla raccolta di oggetti naturali e di cose, vengano aiutati a dar voce e nome alle proprie emozioni, come ad esempio la gioia, e lo stupore…

Ed ancora: cosa gli oggetti e i materiali suscitano nella nostra memoria, nel nostro immaginario, come ci attraggono per il loro potenziale ludico, narrativo, esplorativo. Cose ed oggetti per poter capire e raccontare, costruire con i materiali nuovi scenari, nuove piste di pensiero (proposte operative a seguito del corso di formazione con la dott. Malavasi).

È stato chiaramente dimostrato che, quando i bambini fanno esperienza diretta di gioco e apprendimento in contesti di natura, questo contribuisce positivamente al loro sviluppo cognitivo, fisico, sociale ed emotivo. […]Entrare in intima relazione con il mondo naturale che li circonda dona loro un senso del luogo, un legame con il posto che è la loro casa. Infine, fare esperienza significative in natura durante l’infanzia in compagnia di un adulto familiare attento aiuta a coltivare un atteggiamento di responsabilità nei confronti dell’ambiente, la Terra che sostiene la vita di tutti, che durerà per tutta la vita”. (“FUORI- Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura” a cura di M. Guerra).

 

 SPIRITUALITÀ

 Coltivare e incoraggiare la spiritualità dei bambini vuol dire cercare in loro quella sensibilità che permette di accorgersi degli altri, delle opportunità e bellezze che la natura ci offre, dell’importanza di rispettare l’ambiente.

Trasversalmente ai nostri ambiti di lavoro, laddove si presenteranno agganci utili, continueremo a porre attenzione alla dimensione della spiritualità, sostenendo i bambini affinché possano interrogarsi sul senso delle cose, andando oltre l’apparenza per soffermarsi sui significati autentici, per soddisfare “la richiesta di dare fondamento di senso e, quindi, coerenza e sicurezza alle esperienze profonde che il bambino vive” (Orientamenti, 1995)

Come si nasce potenzialmente in grado di imparare a parlare, a leggere e a pensare, così si viene al mondo con una spiritualità innata che deve essere coltivata e alimentata continuamente.

La spiritualità dei bambini ha dei tratti scopribili nel quotidiano, è per il bambino un’esperienza dinamica che lo affaccia al mistero della vita, è un movimento verso il futuro, è un fermarsi su di sé del bambino, è interrogarsi sul passato (da dove vengo?, e prima?…), sui limiti e sulla sofferenza, è un muoversi verso gli altri e verso il mondo.

“La dimensione spirituale dei bambini si presenta in vari ambiti:

  • L’accesso al «suo mondo interiore» attraverso una rivalorizzazione del riflettere, del raccoglimento, così che la vita non sia appiattita sulle cose, nella superficialità, nel presente (sensazioni, emozioni, entusiasmi, proiezioni nel tempo, saggezze inattese; davanti al racconto, all’opera d’arte, nel silenzio…).
  • La scoperta spirituale passa spesso attraverso l’incontro dell’altro (siamo preceduti dal tu, il dono di noi, la cura dell’altro, siamo povertà e ricchezza vicendevole, …). Il lavoro dell’educatore consiste nell’aiutare i bambini a dare il nome alle sue emozioni e a dominarle quando si trova di fronte all’altro, consiste nel riflettere sulle emozioni degli altri, consiste nel decodificare il linguaggio simbolico e non verbale dell’altro.
  • La spiritualità riguarda il modo di vedere e contemplare il mondo, la natura attorno a sé (emozioni, considerazioni)”. (Tratto dal testo: “Una tavolozza per educare”)

È nostra intenzione anche quest’anno collaborare con l’associazione Astalli, che si occupa di rifugiati, per aiutare i bambini a costruire esperienze relazionali significative, di incontro, di scoperta, etc., favorendo così in loro atteggiamenti di curiosità, capaci di costruire le prime risposte di senso rispetto all’idea di incontro, di cittadinanza e di accoglienza.

 

PARTECIPAZIONE ALLE FESTE

 Quest’anno assume particolare valenza la partecipazione alle feste della scuola e feste legate al territorio, sarà nostra intenzione prevedere e condividere dei momenti partecipati da entrambe le scuole, occasioni di incontro, conoscenza e condivisione di esperienze.

I bambini saranno partecipanti attivi liberi di esprimere idee e proposte dando loro la possibilità di concedersi i loro tempi legittimando uguali diritti a tutti in base alle loro competenze, creando contesti inclusivi accessibili a tutti.

Alcuni appuntamenti consueti sono:

  • FESTA DEI COMPLEANNI
  • FESTA DELLE FAMIGLIE
  • FESTA DELLE ASSOCIAZIONI
  • FESTA “INCONTRARSI PER CONOSCERCI”
  • CASTAGNATA
  • FESTA DI NATALE, AUGURI ALLA COMUNITÀ
  • CARNEVALE ECC.

Nonostante questi incontri siano canonici, il processo di scuola farà si che le feste saranno vissute maggiormente. Accoglieremo proposte, a sostegno del nostro processo, del teatro, dei musei e delle associazioni, facendo uscite che saranno pianificate e organizzate in itinere.

 

DOCUMENTAZIONE

La documentazione verrà realizzata in itinere e sarà relativa a diverse esperienze di scuola: piccoli e grandi gruppi, gruppi sezione, gruppi di scuola e gruppi delle due sedi, nei percorsi fatti all’interno e all’esterno della scuola e sul territorio.

Sarà allestita negli spazi espositivi della scuola davanti alle sezioni/spogliatoi, tramite documentazione collettiva e non del singolo bambino in coerenza con il nostro pensiero educativo che privilegia l’apprendimento sociale.

All’esterno di ogni sezione ci sarà un raccoglitore che contiene parte della documentazione e che potrà essere portato a casa per qualche giorno. In questo modo i bambini potranno visionare insieme ai genitori le attività fatte a scuola raccontando i momenti più significativi vissuti.

Saranno evidenti il processo “PARTECIPARE”, gli “indicatori” (scelti per ogni esperienza) che ci indicheranno il frammento del percorso che verrà documentato.

L’attenzione non sarà rivolta al prodotto, alla raccolta dei materiali e alla descrizione delle varie esperienze ma al riconoscimento del processo espresso in alcuni momenti significativi dove tutti i bambini novizi ed esperti saranno protagonisti.

La documentazione, realizzata da parte dell’insegnante o dai bambini insieme all’insegnante e potrà variare di volta in volta ed essere realizzata con foto, trascrizioni di frasi e interazioni, osservazioni, sequenze video, cartelloni.

Essa si configura come modalità per favorire la lettura e la condivisione dell’esperienza da parte dei genitori e fare chiarezza sul percorso di apprendimento.

 

CONTINUITÀ SCUOLA PRIMARIA E ASILO NIDO

 Il “progetto continuità” vuole attribuire valenza e significato ad un passaggio delicato e fondamentale, dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, che ogni bambino e bambina vive con il proprio modo di sentire, di percepire, di guardare. Si sceglie di entrare in punta di piedi in questa dimensione; di dare a ciascuno la possibilità di sentirsi capace e di respirare un clima di benessere come punto di forza per affrontare con fiducia le nuove situazioni.

La condivisione del progetto tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria del paese, prevede quattro incontri di conoscenza della struttura scolastica (aule, palestra, sala da pranzo, ecc …) ed alcuni incontri con i bambini di quinta dove si preparano o si organizzeranno attività per permettere ai bambini di entrare in confidenza con la nuova struttura e realizzare dei segni che poi ritroveranno al loro ingresso scolastico. Un incontro nelle classi prime dove i bambini della scuola dell’infanzia potranno, a seguito di una piccola intervista, trovare risposta alle loro domande e curiosità riguardo la scuola primaria.

Il collegamento con l’asilo nido di Gabbiolo prevede un incontro insegnanti, per un confronto sulle esperienze dell’anno scolastico dei bambini del nido. La visita di alcuni bambini della scuola dell’infanzia presso l’asilo nido e la visita dei bambini del nido alla scuola dell’infanzia per fare la merenda assieme e conoscere gli spazi.

 

GENITORI E NONNI A SCUOLA

Da anni è nostra tradizione accogliere a scuola i genitori e/ nonni che desiderano proporre esperienze significative ai bambini, anche queste programmate e concordate con le insegnanti.

Questa partecipazione della famiglia all’interno della scuola offre ai bambini la possibilità di costruire nuove relazioni, condividere esperienze e saperi.