Progetto Specifico di Scuola

PREMESSA

Il presente progetto pedagogico specifico rappresenta la carta d’identità della nostra istituzione scolastica. Per mezzo di questo documento l’Ente gestore intende rendere espliciti i traguardi formativi ritenuti prioritari per i bambini che la frequentano.

Nell’anno scolastico 2005-06 Ente, insegnanti e Comitato di gestione hanno messo a tema la rivisitazione della precedente edizione, interrogando le esperienze fatte e riflettendo sui cambiamenti intercorsi negli ultimi anni a diversi livelli.

L’edizione che presentiamo mantiene inalterati i riferimenti ai fini statutari dell’Associazione che gestisce la scuola e al testo programmatico specifico – gli “Orientamenti dell’attività educativa della scuola dell’infanzia” (Provincia Autonoma di Trento, 1 995) -, ma ridefinisce parzialmente le caratteristiche del contesto di riferimento, alla luce delle condizioni attuali, e specifica la proposta educativa, valorizzando sia le innovazioni metodologiche e didattiche sia le nuove prospettive aperte dalle ricerche più recenti in ambito pedagogico.

CENNI STORICI

Come documentato da un’apposita pubblicazione in occasione dell’80 anniversario di fondazione della nostra scuola, l’iniziativa di costruire un asilo da destinare all’educazione dei bambini dell’alloro Comune di Villazzano si deve ad un “Comitato di Capi-famiglia” che, riunitosi nel 1904, diede vita a un’Associazione le cui finalità e i cui scopi vennero definiti nella prima versione dello Statuto, successivamente modificato e integrato, in tempi diversi, dall’Assemblea dei soci.

L’attività scolastica iniziò nella sede di Via Giordano grazie all’opera educativa delle Suore di Maria Bambina e all’apporto libero e gratuito della popolazione che si faceva carico delle spese di gestione. Successivamente il passaggio di Villazzano da Comune a frazione del Comune di Trento consentì di usufruire di finanziamenti per i lavori di ampliamento dell’edificio e di ammodernamento dei servizi e della cucina.

Negli anni ’50, anche a seguito dell’aumento degli oneri gestionali, amministrativi e pedagogici, l’Associazione decise di aderire alla Federazione provinciale delle Scuole materne di cui fa parte tutt’oggi.

Negli anni successivi, a seguito soprattutto dell’incremento demografico, l’edificio di Via Giordano, nonostante altri ampliamenti, non era più in grado di soddisfare le richieste di iscrizione per cui, nel 1976, si giunse alla progettazione e costruzione della scuola materna di Via Molini.

Nel 1977 la scuola, grazie alla Legge provinciale n. 13 del 21 marzo 1977, chiede e ottiene l’equiparazione al sistema scolastico provinciale, vedendo in tal modo riconosciuta e garantita anche a livello normativo la propria autonomia istituzionale, pedagogica e organizzativa.

Attualmente la scuola è condotta, a norma di Statuto, da un Ente gestore che, attraverso un Consiglio direttivo eletto dai Soci, ne definisce le linee educative.

Il Consiglio direttivo è affiancato da un Comitato di gestione, istituito con la L.P 13/77, il quale funge da organismo di rappresentanza delle famiglie, del personale docente e non docente, della Circoscrizione e dell’Ente gestore.

I Soci, i membri del Consiglio direttivo e del Comitato di gestione prestano la loro opera gratuitamente a conferma che, nonostante sia trascorso un secolo dalla fondazione, non è venuta meno la volontà della comunità di farsi carico della responsabilità della funzione educativa.

IL CONTESTO ATTUALE

In passato il sobborgo di Villazzano era caratterizzato da nuclei originari dotati di precise identità e portatori di patrimoni storici e tradizionali specifici. Il tessuto di relazioni sociali risultava connotato da caratteri diffusi quali l’amicizia, la convivenza, la solidarietà, la partecipazione alla vita comunitaria, il volontariato, un elevato senso sociale, la sensibilità nei confronti delle problematiche educative e familiari, la disponibilità verso i meno abbienti, la capacità di iniziativa, ecc..

Inoltre, emergeva dalla comunità un elevato senso religioso che rendeva ragione di quanto espresso esplicitamente dall’art. 3 dello Statuto: “…Si statuisce, in particolare, che l’indirizzo educativo è fondato sulla visione cristiana della vita e che il suo scopo è quello di promuovere lo sviluppo integrale ed armonico dei bambini, nel rispetto delle convinzioni religiose e ideologiche delle famiglie”.

Attualmente tutto questo si stempera dentro una situazione più varia, ampia e complessa, che si esprime in termini meno tradizionalmente sanciti e meno trasversali alla comunità. Permangono realtà territoriali che, per finalità specifiche e su base associativa, assolvono compiti a carattere sociale, educativo, solidaristico e culturale, costituendosi quali importanti risorse per la popolazione, ma il livello del coinvolgimento e della partecipazione spontanea e costante rappresenta spesso un ostacolo da affrontare.

Le ragioni di questi rilevanti cambiamenti, che acco­munano la realtà di Villazzano con molte altre, specie quelle dei contesti più prossimi alla città, sono imputabili a una molteplicità di fattori legati alle attuali condizioni di vita e ai movimenti insediativi delle nuove famiglie, che spesso mantengono i punti di riferimento parentali in altre zone. Risulta poco agevole, inoltre, l’incontro allargato, in particolare per le giovani famiglie. In primo luogo per gli impegni lavorativi che spesso interessano entrambi i genitori, determinando ritmi di vita non sempre sufficientemente distesi. In secondo luogo per le caratteristiche urbane del sobborgo, che non dispone di particolari luoghi centrali di gioco e di svago per i più piccoli e che ha fatto venir meno l’utilizzo sicuro degli spazi attigui alle abitazioni quali contesti di condivisione per i bambini.

Questa situazione richiede alla scuola di prestare una particolare attenzione, oltre che alle normali esigenze educativo-didattiche, anche alla dimensione amicale e relazionale dei bambini e ai rapporti con e tra le famiglie.

Può assumere, quindi, un senso ancora pregnante il modello della “scuola autonoma della comunità”, fondato storicamente per l’assunzione della responsabilità che il contesto di Villazzano, lungo tanti anni, ha espresso a favore della crescita e dell’educazione delle generazioni più giovani, ma da attualizzare ora in relazione alle nuove condizioni e alle nuove esigenze. Secondo questa prospettiva vanno sottolineate due importanti possibilità di impegno, una prima rivolta nello specifico ai bambini, la seconda centrata maggiormente sulle famiglie. Per i bambini le esperienze proposte dalla scuola dovranno consentire, oltre all’incontro significativo con i compagni già messo in luce precedentemente, la possibilità di conoscere il contesto e di venire in contatto con alcune risorse presenti sul territorio, allo scopo di parteciparle e di farle un po’ proprie. Con ^attenzione rivolta alle famiglie, poi, il triennio della scuola dell’infanzia, caratterizzato dalla quotidianità e da specifiche occasioni di scambio, confronto, approfondi­mento e socializzazione, dovrà favorire il senso di appartenenza alla scuola e costruire percorsi di condivisione rispetto ai valori educativi perseguiti, sostenendo la maggior partecipazione possibile da parte di tutti i genitori attraverso un flusso comunicativo costante e fluido.

Le linee evidenziate saranno condivise da entrambe le sedi che ospitano i bambini della nostra scuola, ottimizzando gli aspetti positivi che le condizioni organizzative date presentano. Il riferimento va alla possibilità di gestire con maggiore attenzione la giornata educativa dei gruppi di bambini, che – in ragione della suddivisione sui due edifici – risultano meglio dimensionati e possono contare su spazi interni ed esterni maggiormente confacenti alle necessità. Ma va anche alle opportunità di scambio delle esperienze professionali dei due gruppi docenti e degli stessi gruppi di bambini, che in talune occasioni potranno condividere percorsi progettati, in particolare per il passaggio alla scuola elementare e dall’asilo nido, o situazioni ludiche e di socializzazione diverse dal consueto o con valenze legate a momenti tradizionali.

DAGLI ”ORIENTAMENTI” AL PROGETTO PEDAGOGICO

Il modello curricolare tracciato negli Orientamenti trentini si sviluppa in tre ambiti (l’ambito della comunicazione, l’ambito dell’azione e della conoscenza, l’ambito dell’identità personale e relazionale), che corrispondono ad altrettante polarità del processo di conoscenza attraverso il quale il bambino entra in contatto con il mondo, vive e interpreta le proprie esperienze.

Il primo ambito, non nell’ordine di esposizione del testo programmatico, ma di importanza, è quello dell’identità personale e relazionale. Fa capo all’esigenza del bambino di costruire e conoscere la propria identità, la propria natura sociale e di attribuire senso alla realtà.

Il secondo, l’ambito dell’azione e della conoscenza, si può definire l’ambito dell’azione costruttiva e riguarda la maturazione delle facoltà cognitive del bambino, che gli consentono di impadronirsi di azioni sempre più complesse per esplorare, per capire il mondo e per intervenire sui suoi oggetti.

Lambito della comunicazione, infine, chiama in causa i vari linguaggi espressivi (il linguaggio verbale; i linguaggi grafico-pittorico, plastico, iconico, multimediale; il linguaggio del corpo; il linguaggio musicale) quali mezzi del bambino per comunicare ed entrare in relazione con il mondo.

I tre ambiti sono tra loro interconnessi e consentono di organizzare il lavoro educativo della scuola ponendo al centro le esperienze significative del bambino come fonti di nuove conoscenze da condividere con gli altri e alle quali attribuire significati.

LE NOSTRE SCELTE EDUCATIVE

Nel quadro delle indicazioni programmatiche del testo degli Orientamenti’ trentini, e tenuto conto di quanto fin qui espresso, l’azione educativa della nostra scuola riserverà spazi importanti all’ambito dell’identità personale e relazionale. In tal senso ciascun bambino sarà innanzitutto accolto con particolare attenzione, favorendo l’inserimento nel contesto scolastico con pieno rispetto delle sue caratteristiche e dei suoi tempi di approccio relazionale verso gli adulti di riferimento, insegnanti e operatori d’appoggio, e verso gli altri bambini. I tempi dedicati alla conoscenza del bambino saranno anche tempi impegnati nel dialogo con i genitori, nella convinzione che scuola e famiglia sono chiamate a costruire adeguate sinergie educative per accompagnare con sicurezza e fiducia la crescita dei piccoli e per costruire condizioni di benessere, all’interno delle quali i bambini possano esprimere le proprie potenzialità, maturare e consolidare un senso positivo di sé.

La scuola si proporrà come un contesto curioso e interessante, vario e curato nell’organizzazione degli spazi e nella predisposizione di proposte e materiali, allo scopo di favorire l’appartenenza dei bambini, di sostenerne l’attivazione e la capacità di iniziativa, che gradualmente diverrà più consapevole e autonoma, e di provocare in termini sempre più significativi la disposizione all’apprendimento. Sarà riconosciuta e considerata, in proposito, la specificità dei bisogni di cui ciascun bambino è portatore, accompagnando la diversità di approccio alle esperienze e la loro integrazione possibile attraverso una didattica attiva, differenziata, capace di valorizzare il protagonismo di ognuno, anche grazie alle potenzialità dell’attività ludica e al costante riferimento ai mondi vitali dell’infanzia: la quotidianità familiare, gli affetti, gli interessi, ecc.

Sarà proprio il riconoscimento di sé e della propria identità a favorire nel bambino una progressiva apertura all’altro, alla sensibilità positiva verso i valori comuni e condivisi, all’attribuzione di senso alla sua esperienza, fino ad intuire le opportunità offerte dalle scelte etiche, morali e religiose.

L’allargamento delle relazioni e la scoperta delle condizioni che consentono il dialogo, la collaborazione, l’amicizia, in un clima di piacere, fiducia e rispetto reciproco, saranno perseguite attraverso un preciso investimento sulle diverse situazioni contestuali della quotidianità scolastica – il gioco, le attività di vita pratica, le attività didattiche di gruppo – e tramite progetti specifici orientati anche sull’esterno, dando modo ai bambini di vivere con partecipazione e interesse il contesto territoriale nella ricchezza dei suoi aspetti sociali, culturali, paesaggistici.

L’investimento sull’esterno, che potrà riguardare anche la realtà cittadina raccogliendo le proposte del Museo e altro, terrà in particolare conto le situazioni che i bambini approcciano anche con i familiari, ad esempio, la biblioteca, e i momenti che hanno risonanze comuni, in particolare le festività religiose e altre occasioni legate alla tradizione. Questi elementi concreti di lavoro, che risultano prossimi alle esperienze dei bambini, consentono, infatti, di consolidare importanti significati condivisi tra scuola e famiglia. Ben si prestano, inoltre, a sviluppare nei bambini gradi di autonomia sempre maggiori, sia in relazione al sapersi muovere e gestire fuori dall’ambiente scolastico, sia in rapporto alla sicurezza necessaria per entrare in contesti inusuali e accogliere le proposte di adulti diversi da quelli di riferimento.

Riteniamo di dover sottolineare ancora alcune dimensioni importanti.

Una prima considerazione va spesa attorno ai ritmi necessari per un coinvolgimento pieno ed emotivamente pregnante del bambino nei percorsi proposti dalla scuola, in quanto riteniamo proficuo che i bambini d’oggi possano fare esperienza di tempi tranquilli e distesi, all’interno dei quali poter sperimentare più il significato dei processi di costruzione che il senso, peraltro sempre provvisorio, dei prodotti realizzati. Dal punto di vista educativo questa attenzione ci pare dovuta sia per contrastare una tendenza emergente, che rischia di esporre l’infanzia a ritmi che non le sono propri, sia per poter strutturare atteggiamenti proficui e duraturi verso modalità autonome per apprendere.

Una ulteriore riflessione apre, invece, sul valore dei racconti e delle storie, quali strumenti preziosi per alimentare il mondo fantastico del bambino e per permettergli di trovare fondamentali opportunità di rispecchiamento e di rielaborazione della propria dimensione emotiva.

Infine, vorremmo segnare una particolare attenzione nel sostenere la capacità osservativa del bambino, affinché, a partire da sollecitazioni legate ad aspetti del mondo naturale, possa impadronirsi di un abito mentale aperto, capace di interrogarsi, di non dare per scontate le cose, di cogliere con stupore e meraviglia la varietà delle differenze.

Anno scolastico 2005/06 – Ente gestore della scuola equiparata dell’infanzia di Villazzano